Conclusa la Conferenza organizzativa della Cisl Toscana

224 mila iscritti (attivi in crescita costante), 72 sedi, 3100 ‘prime linee’, 400 mila pratiche fiscali, previdenziali e sociali. Sono i numeri in Toscana di un sindacato ‘di prossimità’, sempre accanto alle persone.

224 mila iscritti (133.594 attivi e 90.677 pensionati), con una crescita costante tra i lavoratori attivi (che dal 2010 hanno via via staccato i pensionati, passando dal 50% al 60% del totale), 72 sedi e 202 presidi territoriali, 3100 ‘prime linee’ tra delegati, coordinatori Rls, operatori sindacali e dei servizi, oltre 400 mila pratiche fiscali, previdenziali o sociali svolte, 7 Unioni territoriali e 18 Federazioni regionali di categoria. Sono alcuni dei numeri che illustrano la presenza e l’attività della Cisl in Toscana, presentati oggi a Firenze dove si è svolta la Conferenza organizzativa regionale, i cui lavori sono stati conclusi dal segretario confederale nazionale Giulio Romani.
Nell’auditorium Cisl di via Dei sono arrivati da tutta la regione 170 rappresentanti delle strutture territoriali, delle categorie e dei servizi, nella tappa regionale del percorso che porterà la Cisl alla conferenza organizzativa nazionale, in programma a Roma dal 9 all’11 luglio.
“La Toscana – ha detto nella relazione introduttiva il segretario generale regionale Riccardo Cerza – ha retto meglio di altre regioni la crisi, perché ha lavorato bene sull’export; i miglioramenti oggi ci sono, ma in questi anni siamo tornati ai livelli di Pil di fine ‘900, la disoccupazione e la povertà sono raddoppiate; gli occupati sono aumentati ma sono diminuiti il monte ore e le retribuzioni medie e oggi si può essere poveri anche con un lavoro, mentre crescono irregolarità e infortuni. Per questo rilanciamo il nostro grido: facciamo partire almeno gli investimenti già stanziati sulle infrastrutture: creerebbero 100 mila posti in corso d’opera e 30 mila permanenti.”
Cerza ha anche messo in guardia dai sovranismi e dalle tensioni antieuropeiste: “L’Europa, coi suoi limiti e tante cose da cambiare, è una necessità economica e geopolitica; ed è soprattutto un grande spazio di pace: non dimentichiamolo, soprattutto oggi che, progressivamente, sta venendo meno la memoria di chi ha fatto e visto con i suoi occhi la guerra.”
Con la conferenza organizzativa la Cisl punta a consolidare i risultati fin qui raggiunti con le trasformazioni organizzative avviate negli anni scorsi (in Toscana ad esempio con le aggregazioni territoriali Firenze-Prato e della Toscana del Nord, ma non solo), lanciando una stagione di risindacalizzazione che punti a ridare protagonismo sociale al lavoro.
Per far questo la Cisl ha promosso negli anni la nascita di una serie di enti ed associazioni specifiche, che anche in Toscana sono sempre più radicate e presenti. Basta dare uno sguardo all’attività del Patronato Inas (85 sportelli e 130 mila pratiche svolte in Toscana nel 2018) o dei Caf (87 sedi, 118 mila dichiarazioni dei redditi nel 2018, oltre a 55 mila attestazioni Isee, 11mila modelli RED e oltre 10mila altre pratiche). E poi gli impegni di Adiconsum, Anolf, Anteas, Ial, Iscos, Sicet, Sindacare, Sportello lavoro.
Una rete di servizi a disposizione di tutti i toscani, ma in primo luogo degli iscritti Cisl, che sono tornati in termini numerici ai livelli pre-crisi, con un incremento costante tra gli attivi, passati dai 124.190 del 2010 ai 133.594 di oggi (dal 51,4% del totale, al 59,6%) e una parità quasi perfetta tra donne (49%) e uomini; le categorie più numerose, dopo i pensionati (90.677), sono quelle di commercio e servizi (Fisascat, 27.703 iscritti), edilizia (Filca, 15.459), Scuola (14.554) e lavoro pubblico (Fp, 13.724).