Rifiuti, piano regionale da rivedere

La Cisl chiede un unico soggetto regionale, più impianti, meno costi, più attenzione ai lavoratori. L’economia circolare non elimina la necessità dei termovalorizzatori. Servono sbocchi per i prodotti da materie riciclate. Il porta a porta non è la soluzione risolutiva.

Superare i recinti degli attuali ATO rifiuti e creare un unico ‘contenitore regionale’ dove la raccolta e lo smaltimento vengano organizzati da un unico soggetto, consentendo minori costi e maggiore efficienza; darsi un’adeguata dotazione di termovalorizzatori e/o biodigestori per smaltire i rifiuti non diversamente riutilizzabili (oggi un milione di tonnellate all’anno), evitando la proliferazione delle discariche o l’esportazione a caro prezzo dei rifiuti; dedicare più attenzione ai lavoratori che nelle riorganizzazioni aziendali attuate sono stati spesso i soggetti che più hanno pagato.
Sono le proposte avanzate da Cisl e Fit-Cisl della Toscana che al tema dei rifiuti hanno dedicato oggi un convegno a Firenze, indicando la necessità di “una profonda revisione dell’attuale piano dei rifiuti della Regione Toscana”. Al dibattito hanno preso parte tutti i principali attori del settore igiene-ambiente: l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni, il presidente di ANCI Toscana Matteo Biffoni, l’a.d. ALIA Alessia Scappini, l’a.d. SEI Toscana Marco Mairaghi, il presidente Reti Ambiente Daniele Fortini, il presidente REVET Livio Giannotti, il segretario Fit-Cisl Toscana Stefano Boni.
Il settore – è stato detto – in Toscana ha avuto una svolta importante con la legge regionale del 2007, che ha portato alla creazione di tre ATO, ma oggi necessita urgentemente di un ripensamento, con decisioni chiare e atti conseguenti. Altrimenti, entro due anni, la nostra regione si troverà in una situazione di vera emergenza.
“La Toscana – ha detto nella sua relazione il segretario generale aggiunto Cisl Toscana Ciro Recce – sta attraversando un momento difficile”, perché il sistema di raccolta è ancora tradizionale, con le discariche che restano centrali accogliendo il 31% dei rifiuti, solo il 47% avviato al riciclo e il 22% a termovalorizzatori. Ad oggi molti impianti sono chiusi, aumentano i problemi di smaltimento, termovalorizzatori approvati come Case Passerini non vengono più realizzati, bisogna rideterminare chiari indirizzi di prospettiva. “Anche la nuova filosofia dell’economia circolare che noi convintamente sosteniamo – ha spiegato Recce – non risolve in toto il problema, perché una volta realizzata (e non sarà cosa banale) resterà comunque un 20% di rifiuto residuo, che dovrà essere smaltito. Inoltre non decolla ancora il riutilizzo delle materie riciclate. Solo nel vetro si è innescato un circuito virtuoso attraverso Alia-Revet; siamo invece indietro per tutte le altre materie recuperate, come il legno, la carta, la plastica. I cittadini differenziano, ma gli impianti per smaltire i prodotti selezionati si stanno esaurendo, il materiale prodotto supera la domanda e i prodotti rigenerati non decollano. Tanto che a breve – ha concluso Recce – si potrebbe arrivare alla saturazione degli impianti, sia di quelli indifferenziati che di quelli dei prodotti riciclati, con la conseguente moltiplicazione dei costi di smaltimento.”
“Anche la raccolta porta a porta – ha detto il segretario della Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni – non è e non sarà una pratica risolutiva, necessita di una programmazione economicamente pesante e comporta seri rischi per la salute dei lavoratori. Su questo fronte in particolare è necessario porre molta attenzione anche per quanto riguarda il sistema degli appalti, che deve essere limitato il più possibile, garantire la clausola sociale e deve rientrare nel perimetro delle garanzie contrattuali e dell’applicazione dei contratti nazionali, Fise o Utilitalia.”
Ecco perché la Cisl lancia le sue proposte, a cominciare dal “mettere a fattor comune tutti gli impianti esistenti, nell’interesse dei cittadini toscani e non dei campanilismi strumentali.” “L’attuale piano dei rifiuti della Regione Toscana – ha concluso Recce – ha rappresentato uno strumento valido, ma oggi necessita di una profonda revisione.”

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