Gori confermato alla guida della Fai Toscana

Si è svolto il congresso della categoria Cisl che associa e tutela i lavoratori del settore agroalimentare e ambientale: un asset strategico per il futuro del Paese, che deve superare le sue contraddizioni

Si è svolto a Carmignano, in provincia di Prato, il VII° Congresso della Fai-Cisl Toscana, federazione dei lavoratori agroalimentari e ambientali. L’assemblea, dal titolo “RiGenerazione: persona, lavoro, ambiente”, ha confermato Massimiliano Gori segretario generale; con lui nella segreteria regionale sono stati eletti Antonella Biondi, segretaria generale aggiunta, Gabriele Coppi, Amedeo Sabato e Andrea Piccini.
Nella relazione di apertura Gori ha sottolineato come l’agroalimentare sia diventato nel 2020 la prima ricchezza dell’Italia e della Toscana, con ottime performance anche della pesca, che in regione grazie al lavoro di 1700 pescatori e 680 imbarcazioni ha raggiunto i 25 milioni di fatturato: “Con un +47%”, ha detto Gori, “il made in Tuscany si è affermato con una crescita superiore rispetto al dato nazionale che ha registrato +19%, grazie anche agli 89 prodotti tra dop e igp che fanno da traino per tante altre filiere e settori, il turismo in particolare. A maggior ragione il nostro sindacato vuole rafforzare la propria presenza per contrattare e assicurare più legalità, pari opportunità, redditi giusti ai lavoratori e alle lavoratrici che hanno generato questa ricchezza”.
La relazione ha toccato altri temi importanti come la forestazione, che “soprattutto in Toscana merita più addetti e risorse”, e il ruolo strategico dei consorzi di bonifica nella transizione ecologica, con “un sistema che, dopo gli accorpamenti realizzati, non manca di risorse ma piuttosto di visione e organizzazione sinergica”. Gori ha ribadito poi l’impegno prioritario della Fai Cisl nel contrasto ai fenomeni di caporalato: “Casi di sfruttamento e lavoro grigio sono emersi purtroppo anche nelle nostre province, per cui – ha denunciato Gori – vogliamo assolutamente superare le difficoltà incontrate finora nel realizzare alcuni aspetti preventivi previsti dalla Legge 199 del 2016, a cominciare dall’istituzione dei tavoli anticaporalato in tutte le sedi Inps provinciali”.
Al Congresso è intervenuto anche il segretario generale della Cisl Toscana Ciro Recce, che ha ringraziato la Fai per la partecipazione alla mobilitazione confederale per cambiare la manovra del Governo, che sabato ha visto una manifestazione regionale a Firenze e di cui ha ricordato gli obiettivi: “Ci sono almeno tre questioni prioritarie: il fisco, per il quale chiediamo meno tasse per lavoratori e pensionati, che da sempre pagano e pagano anche troppo; le pensioni, per le quali serve un’uscita flessibile, superando la legge Fornero: 62 anni di età o 41 di contributi sono più che sufficienti; i giovani, per i quali serve una pensione di garanzia e la possibilità di costruirsi una pensione complementare. A questi temi si affianca la necessità di dedicare più risorse al sociale, a cominciare dalla non autosufficienza”.~
I lavori si sono conclusi con l’intervento del segretario generale della Fai-Cisl nazionale, Onofrio Rota, che ha sottolineato alcune contraddizioni del lavoro agroalimentare da sanare urgentemente, soprattutto valorizzando le opportunità offerte dalle risorse del Pnrr: “Oggi l’agroalimentare nel suo insieme con 538 miliardi di euro rappresenta un terzo del Pil nazionale, eppure molti dei lavoratori che stanno generando questa ricchezza vivono discontinuità di reddito e maturano pensioni al limite della soglia di povertà: il ruolo del sindacato sarà primario nel determinare nuovi interventi in tal senso”. Massima attenzione, per Rota, deve essere rivolta all’occupazione giovanile: “Il problema del ricambio generazionale è reale e riguarda tanti comparti, nell’industria alimentare mancano molti tecnici specializzati e in agricoltura senza la manodopera straniera il comparto non starebbe in piedi: si fa molta retorica sul ritorno dei giovani alla terra, ma tanti giovani italiani si avvicinano al comparto soltanto come imprenditori, mentre tra gli operai un terzo su un milione sono immigrati e nel 2030, secondo le nostre stime, saranno il 50%, dunque sono urgenti nuove politiche di inclusione, dialogo interculturale, presidio del territorio, per divulgare diritti e doveri e offrire a tutti opportunità di emancipazione attraverso il lavoro dignitoso e ben contrattualizzato”.
La mozione approvata rilancia la Fai-Cisl come Federazione radicata sul territorio e nelle periferie anche attraverso la sinergia con tutta la rete dei servizi Cisl a tutela dei lavoratori e delle loro famiglie, e sottolinea il bisogno di un patto tra governo, sindacati e associazioni datoriali per il rispetto degli accordi sulla prevenzione, la riduzione dei carichi eccessivi di lavoro, l’azzeramento dei rischi per la salute.