In Mugello la Regione calpesta la lezione di don Milani

La Cisl contro l’accorpamento per le scuole di Firenzuola e Marradi

Applicando qui gli stessi parametri delle città si fanno “parti uguali fra disuguali”: per il priore di Barbiana “non c’è nulla che sia così ingiusto”.

No all’accorpamento per le scuole di Firenzuola e Marradi, in Alto Mugello, e no al tetto minimo di 400 alunni per le realtà di montagna. A dirlo sono i segretari generali della Cisl Toscana, Riccardo Cerza e di Firenze-Prato, Roberto Pistonina, che chiedono alla Regione di tenere conto delle specificità delle zone di montagna e di modificare quindi il piano zonale di dimensionamento scolastico del Mugello che prevede l’accorpamento di Firenzuola con Scarperia in un unico Istituto comprensivo e la creazione di un Istituto omnicomprensivo con l’IC di Marradi e il liceo Giotto Ulivi di Borgo San Lorenzo.

Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali, insegnava proprio in Mugello don Lorenzo Milani” dicono Cerza e Pistonina; “la Regione oggi calpesta la sua lezione, perché applica a Marradi e Firenzuola gli stessi parametri delle grandi città.”

Sulla vicenda è in corso un braccio di ferro tra le comunità mugellane e le autorità regionali, che hanno dimostrato finora di non sentire ragioni, neppure di fronte alla contrarietà di comuni, famiglie, istituzioni scolastiche, sindacati della scuola.

“Eppure – ricordano Cerza e Pistonina – proprio la Toscana, con altre 7 regioni, promosse nel 2011 un ricorso alla Corte costituzionale contro la legge finanziaria che imponeva parametri rigidi dall’alto sul dimensionamento scolastico. Oggi invece si comporta in modo opposto, applicando anche in Alto Mugello il tetto minimo di 400 studenti per istituto e arrivando a prevedere penalizzazioni economiche pesanti per i comuni che non si adegueranno ai suoi diktat.

E’ evidente a tutti che 400 studenti a Marradi o a Firenzuola sono altra cosa rispetto a 400 studenti a Firenze, Prato o Livorno. Non è possibile applicare in modo cieco lo stesso parametro a città e territori montani come l’Alto Mugello. A meno che non si vogliano cancellare, una volta per tutte, quei paesi, deportando tutti nelle città. Poi però, per coerenza, smettiamola di fare convegni sullo spopolamento della montagna e sulla prevenzione del dissesto idrogeologico. Per dare un futuro alla presenza umana, le politiche per la montagna non possono prescindere dalla scuola, perché la scuola è l’essenza stessa del futuro.”