No alla deregolamentazione e precarizzazione del lavoro dei portuali

Grande preoccupazione tra i lavoratori per le richieste delle associazioni datoriali al Governo e al Parlamento

I lavoratori portuali della Toscana sono profondamenti preoccupati per le posizioni sostenute dalle associazioni datoriali Confitarma (industria italiana della navigazione), Assarmatori (cluster marittimo nazionale e internazionale), Federagenti (Federazione Nazionale Agenti di Commercio e Rappresentanti) con le richieste fatte al Governo e al Parlamento di deregolamentare il lavoro portuale e passare all’autoproduzione, che farebbe sì che il lavoro, anche quello dei portuali, venga svolto direttamente dai marittimi.
Il lavoro tipico dei porti (carico, scarico e movimentazione delle merci) deve essere fatto in sicurezza e con mezzi e macchine idonee e utilizzate da personale qualificato e preparato, come sono i portuali e non dai marittimi, che hanno altro tipo di professionalità, in autoproduzione come vorrebbero le associazioni datoriali.
La questione non è nuova e ricordiamo che su questo tema abbiamo fatto due scioperi nazionali e diverse manifestazioni. Il Governo ascolti la voce dei lavoratori e abbandoni le lusinghe degli imprenditori, faccia chiarezza e rafforzi le norme esistenti senza lasciare libere interpretazioni pericolose per migliaia di lavoratori e famiglie.
E’ veramente singolare che in questo momento di crisi e difficoltà per tante famiglie a causa della pandemia, ci sia il tentativo delle associazioni datoriali di avvantaggiarsi senza tenere conto del contesto nazionale e senza preoccuparsi minimante di migliaia di portuali che all’improvviso si potrebbero trovare senza lavoro e dei marittimi, che verrebbero impiegati in lavorazioni improprie mettendo a rischio la salute e la sicurezza a causa dell’aumento delle prestazioni in maniera spropositata.
I lavoratori portuali della Toscana respingono al mittente le provocazioni, sostengono con forza le posizioni delle organizzazioni nazionali Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti e si dichiarano pronti a tutte le azioni necessarie e anche alla mobilitazione per la difesa del lavoro e del reddito.