Ecco perché lo sciopero del lavoro pubblico riguarda tutti

I dipendenti pubblici chiedono il rinnovo di contratti scaduti da due anni: non è solo questione di soldi, ma di qualità del lavoro e quindi di servizi ai cittadini. Ecco l’intervento del segretario generale Cisl Toscana, Riccardo Cerza, pubblicato questa mattina dal Corriere Fiorentino

I lavoratori pubblici il 9 dicembre prossimo scioperano per chiedere il rinnovo di un contratto scaduto da 2 anni. Qualcuno, specie tra i politici, sta dicendo che è scandaloso chiedere più soldi nel pieno della pandemia.

Non fatevi ingannare: lo sciopero va ben oltre il salario, riguarda in sostanza la qualità del lavoro pubblico, quindidi riflesso la qualità dei servizi della pubblica amministrazione; proprio la pandemia ci dimostra quanto sia stato deleterio non investire sulla macchina pubblica e su chi ci lavora. Di chi è la colpa se i letti nelle terapie intensive sono pochi, se medici e infermieri non bastano, se la sanità sul territorio manca ? Dei lavoratori ? Dei sanitari eroi che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi ? O piuttosto di chi da anni pensa solo a tagliare e esternalizzare ?

Ecco, quello che abbiamo visto nella sanità è vero in tutti i settori, perché ‘il pubblico’ non è stato un buon datore di lavoro: non si è preoccupato né dei suoi lavoratori (della loro motivazione, formazione, talvolta nemmeno della loro sicurezza) né della qualità dei servizi per i suoi ‘clienti’, che siamo tutti noi.

I diritti di cittadinanza passano per l’efficacia e la puntualità del lavoro pubblico: non c’è qualità del servizio se non c’è qualità del e nel lavoro; non c’è diritto alla salute senza strutture e personale adeguati; non c’è sostegno alla natalità e all’occupazione femminile se mancano gli asili nido; non c’è attenzione alla famiglia quando mancano strutture e personale a sostegno della disabilità e della non autosufficienza; non c’è diritto all’istruzione se non si è in grado di garantire insegnanti nelle aule fin dal primo giorno di scuola; non c’è sicurezza quando anche alle forze dell’ordine mancano mezzi e personale.

La pubblica amministrazione ha bisogno di riformarsi e innovarsi, di un grande piano di digitalizzazione e formazione; servono investimenti, visione e partecipazione dei lavoratori.Quale azienda si può rinnovare senza assunzioni, senza investimenti in tecnologia e innovazione, senza nuove e moderne relazioni sindacali ?E non è sostituendo la contrattazione con le circolari ministeriali che si realizza il cambiamento. Lo Stato, come datore di lavoro, non può non riconoscere il diritto al rinnovo contrattuale per i suoi lavoratori.

Nel dibattito su come investire il Recovery Fund per innovare il Paese non ci si può dimenticare della necessità di migliorare la pubblica amministrazione, a cominciare dalla stabilizzazione dei precari e dall’assunzione di giovani, visto che l’età media nel pubblico è di 53 anni.

Si, mercoledì i lavoratori pubblici scioperano. A ben vedere dovremmo tutti essere al loro fianco.

Riccardo Cerza, segretario generale Cisl Toscana