Lavoro, il successo dei percorsi IeFP

Due partecipanti su tre sono occupati o hanno ripreso gli studi. Recce: “Per superare il mismatch tra domanda e offerta non serve lamentarsi, ma lavorare su formazione mirata, di qualità e orientamento. Gli IeFP sono uno strumento efficace che merita di essere incrementato”

“Per risolvere il mismatch tra domanda e offerta di lavoro (lavoratori disoccupati e offerte di lavoro che restano senza risposta) non basta lamentarsi, bisogna piuttosto lavorare sulla formazione di qualità e mirata e sull’orientamento, a partire da strumenti che già ci sono e che funzionano, come i corsi IeFP (istruzione e formazione professionale).” A dirlo è il segretario generale della Cisl, Ciro Recce, che interviene su un tema che sempre più spesso si riaffaccia alle cronache, anche toscane.
“Lo dimostrano – spiega Recce – i dati degli ultimi corsi portati a termine dallo Ial Toscana. Entro breve tempo il 60% dei partecipanti ha trovato un lavoro e alcuni hanno deciso di riprendere lo studio.”
I percorsi di istruzione e formazione professionale sono rivolti a under 18 che abbiano ottenuto la licenza media. Ial ha risposto agli Avvisi IeFP della Regione Toscana e organizzato corsi in varie province per estetista e per addetto alle vendite.
“Si tratta – spiega Alessandra Bianchi, direttrice Ial Toscana – di giovani che scelgono questi percorsi perché vogliono subito accedere al mondo del lavoro, che possono aver sperimentato difficoltà scolastiche, che cercano più ore di laboratori e stage aziendali, perché sono attratti dalla manualità e dalla concretezza del lavoro. Nei corsi che abbiamo svolto negli ultimi due anni solo un terzo dei partecipanti non ha ancora trovato un lavoro, mentre è significativo anche che alcuni di loro abbiano deciso di riprendere gli studi.”
“Il lavoro fatto con la Regione e la Commissione tripartita – aggiunge Recce – ha consentito un risultato importante: questi sono ragazzi che non erano attratti dalla scuola e che ora hanno trovato un lavoro o deciso di riprendere gli studi. Strumenti di questo tipo andrebbero incrementati, perché offrono grandi opportunità, per i giovani ma anche per le imprese, in un momento in cui il mercato del lavoro fa fatica a far incontrare domanda e offerta.”