
Elettrici-gas-acqua: sciopero in tutta Italia
Al centro dell’agitazione diverse norme e proposte di legge in discussione, a cominciare dalla geotermia. In Toscana presidio a Firenze
Le lavoratrici e i lavoratori dei settori elettrico-gas-acqua hanno scioperato per l’intera giornata di lunedì 17 dicembre. Le Segreterie nazionali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil hanno infatti proclamato lo sciopero generale degli addetti delle aziende che gestiscono fondamentali servizi per i cittadini e le imprese per scongiurare le pesantissime ripercussioni che alcune norme o proposte di legge attualmente in discussione rischiano di produrre sulla tenuta occupazionale dei settori, sulla qualità dello sviluppo anche in termini ambientali e sulla qualità dei servizi erogati.
Durante lo sciopero si sono svolti diversi presidi di lavoratori a partire da quello a Roma davanti al Parlamento in piazza Montecitorio.
In Toscana il presidio si è tenuto a Firenze, davanti alla sede della Prefettura. In particolare, ha spiegato proprio dal presidio fiorentino Massimo Guerranti, segretario Femca-Cisl Toscana, i lavoratori chiedono chiarezza sull’articolo 177 del codice degli appalti, che prevede l’obbligo di esternalizzazione dell’80% delle attività per i concessionari, “un’interpretazione – hanno spiegato i sindacalisti – che porterebbe grandi aziende come Enel, Toscanaenergia o Estra, ad essere soltanto stazioni appaltanti, con il risultato di peggiorare le condizioni dei lavoratori”.
Per quanto riguarda l’acqua, la protesta è contro il disegno di legge Daga sulla gestione del servizio idrico integrato, che prevede, fra l’altro, il ritorno a un’organizzazione su base provinciale. “Non si contesta il principio generale di ripubblicizzazione del servizio – dicono i sindacati – ma l’articolato non dispone di sufficienti garanzie per i lavoratori e presuppone una frammentazione degli ambiti. Servono quindi correzioni per rendere possibile una gestione efficiente e la tutela di chi lavora”. L’ultimo elemento, ha concluso Guerranti, è “il venir meno degli incentivi per la geotermia, che in Toscana riguarda circa duemila addetti, quattromila se si considera l’indotto. Non si può dire che vogliamo andare verso politiche per migliorare il clima, e poi distruggere la geotermia che offre oltre il 30% del fabbisogno della regione come energia rinnovabile”.