Geotermia, la proroga di un anno non basta

Approvata in Senato: “E’ la peggiore soluzione che poteva essere messa in campo. Mettere a gara le concessioni per la geotermia è tafazzismo puro, tanto più nell’attuale crisi energetica”

 

“La proroga di un anno della scadenza delle concessioni geotermiche è sicuramente la peggiore soluzione che poteva essere messa in campo in questo momento, soprattutto perché manterrà l’attuale stato di incertezza sul futuro della geotermia e del suo indotto.” A dirlo sono il segretario generale della Cisl Toscana, Ciro Recce e il segretario della Flaei-Cisl Toscana, Luca Lucietto, sulla proroga al 31 dicembre 2025 (dal 31 dicembre 2024) delle concessioni geotermiche prevista nel ‘Dl Enti pubblici’ (Dl 51/2023) convertito in legge mercoledì al Senato con il Ddl 774.

“La soluzione – dice Recce- non può arrivare da proroghe di corto respiro come questa. Occorre consentire al concessionario di investire in una prospettiva di lungo termine e di progettualità. Le istituzioni e tutte le parti in campo debbono battersi per questa prospettiva.”
“L’unica speranza – spiega Lucietto – è che la proroga sia stata pensata per dare agli organi preposti il tempo per poter predisporre una modifica sostanziale dell’attuale normativa (l. 99/2009 e d.lgs. 22/2010), che ha imposto la messa a gara a fine 2024 delle concessioni geotermiche.”
“L’Italia – spiega il segretario Flaei – è l’unica nazione, perlomeno a livello europeo, che ha deciso, autonomamente, di prevedere delle gare per l’assegnazione di concessioni geotermiche. In tutti gli altri stati si va a gara solo se il concessionario ‘uscente’ non è interessato a una proroga. E’ una strategia tafazziana, tanto più nell’attuale crisi per l’approvvigionamento energetico!”
“Non riusciamo a capire – continua Lucietto – come in questi ultimi anni e a maggior ragione oggi, non sia stata perseguita una volontà comune fra tutti gli attori interessati, in primis la politica, per promuovere e sviluppare una risorsa rinnovabile ed economica dal punto di vista industriale come la geotermia, che abbiamo avuto la fortuna di avere ‘in casa’, in particolare in Toscana.”
“Le esperienze negative già vissute negli ultimi anni in giro per il mondo, dove c’è stata un’alternanza di concessionari, dovrebbero insegnare: dove l’unico obbiettivo è stato quello di trarre il maggior profitto, molti dei bacini geotermici si sono esauriti, perché fra ‘coltivare’ e ‘sfruttare’ ce ne corre!”
“Inoltre si potrebbero aprire scenari vertenziali, come avvenuto per la gestione di altre risorse, di cui oggi non possiamo prevedere la fine.”
“Per questo – conclude Lucietto – per noi l’unica soluzione percorribile e che potrà garantire ancora lo sviluppo sostenibile nei territori interessati, è prorogare le concessioni all’attuale gestore, per un congruo numero di anni (almeno 15). In primo luogo per avere la garanzia di importanti investimenti, come quelli già presentati da Enel Green Power (3 miliardi di euro). Ma anche perché se pure fosse l’attuale gestore ad aggiudicarsi una eventuale gara, l’esborso economico necessario avrà un impatto negativo sugli investimenti futuri e l’occupazione e farà inevitabilmente cambiare anche l’approccio, il modo di gestire e coltivare la geotermia, ben diverso da quello avuto fino ad oggi”.